Decantata dalla letteratura occidentale, dalla mitologia greca, dal Decamerone del Boccaccio, la storia dei cantuccini si perde nella notte dei tempi e nelle varie epoche di colonizzazione della mitica e ambita “trinacria” (Sicilia).
La Sicilia è sempre stata meta dei colonizzatori, dai saraceni, ai greci, agli arabi.
Questi ultimi si dice furono gli autori di un dolce che sapeva coniugare mandorle, miele e vino, ingredienti di cui l’isola è sempre stata fiorente così nasce il quaresimale o peparello.
Di città in città si diffonde un dolce che assume varie denominazioni tramandate nel tempo e nei luoghi segnando un gusto divenuto tipico in tutta l’isola e non solo.
E’ divenuto famoso come cantuccino toscano, ma le mandorle, il miele, la cannella e gli aromi che gli arabi hanno amalgamato al buon gusto siciliano rendono inconfondibili le origini di questo prodotto tanto amato ed apprezzato.
Gli arabi hanno donato all’isola un delizioso dessert dal croccante guscio mandorlato e dagli aromi che ricordano una ricetta antica come la tradizione ci ha insegnato.
Facile da preparare è possibile consumarlo anche dopo lunghi periodi, è consigliato a colazione, all’ora del thè o sorseggiando “zibibbo, passito o moscato” che nascendo dalla stessa terra ben si coniugano con questa prelibatezza.
Alla Toscana va il merito di aver diffuso una ricetta tanto gustosa quanto preziosa associando il cantuccino al vin santo, alla Sicilia il vanto di una ricetta tanto originale quanto antica.
Non bisogna dimenticare inoltre che la mandorla è ricca di principi nutritivi grazie al caratteristico mix di vitamine (A, B, E), di protidi, emulsina, sali minerali, amidi, potassio, ferro, fosforo e calcio.
Inoltre presenta proprietà emollienti e purgative, può contribuire a contenere la depressione e il suo consumo, abbinato a cibi acidi, rafforza il sistema immunitario.
Non resta che assaggiare…
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